2007 – Piatto dell’Estate Matteo Thun

Per tutti i curiosi, gli appassionati, i collezionisti, gli amanti dell’arte che non hanno potuto partecipare alla XXIV edizione del “Piatto dell’Estate” …… ecco una sintesi della presentazione dell’autore e dell’opera, proposta sabato sera dal dr. C. Vanoni, critico e consulente d’arte.

La sproporzione fra il grande valore del piatto ed il contributo richiesto (250 € la serie “rosso”; 500 € quella “oro”) speriamo vivamente possa richiamare qualcuno di Voi lettori ad aderire all’iniziativa contattando il numero 019827883.

Il Presidente del LC Savona Torretta

Adolf Loos, architetto viennese degli inizi del secolo scorso, nel suo libro “Parole nel vuoto”, scriveva: “Dio creò l’artista, l’artista crea l’epoca, l’epoca crea l’artigiano, l’artigiano crea il bottone”.

Secondo Loos sarebbe infatti possibile risalire alla storia, alla cultura di una civiltà scomparsa anche solo da un bottone.

Guardando il piatto di Matteo Thun, realizzato per il Lions Club Savona Torretta in occasione del tradizionale appuntamento “Un piatto per l’estate”, mi chiedevo: “E’ possibile capire il lavoro di un grande architetto anche solo attraverso un semplice piatto?”

Nello splendido giardino di Bepi e Tullio Mazzotti, in mezzo a opere di Lucio Fontana, Giorgio Moiso e altri grandi artisti-pittori, guardavo l’opera di Matteo Thun e rispondevo: “Sì, è possibile risalire al pensiero di questo architetto, anche solo partendo da un semplice piatto.”

Conoscevo alcune opere da lui realizzate, come le Terme di Merano e l’Hotel Resort a San Vigilio, sempre in Alto Adige. Visitando questi luoghi mi sono reso conto che Thun appartiene a quella categoria di architetti-artisti, come diceva Loos, che sanno creare un’epoca.

Luoghi dell’anima creati per questo nuovo millennio, luoghi per rigenerarsi, per tornare a un rapporto uomo-natura che sembravamo aver dimenticato, luoghi costruiti con vetro e legno, come a voler compiere una sottrazione di peso.

Questo piatto di ceramica, che ha i colori della Liguria e quindi il beige della terra, il blu del mare e il rosso (o l’oro) del sole, altro non è che la metafora dell’attività di un artista designer (tre volte vincitore del compasso d’oro) e architetto di fama internazionale, in grado di rispondere alle esigenze di questa nostra epoca: relax, tempo libero, leggerezza (così come la intendeva Italo Calvino nelle sue “Lezioni americane”), benessere, natura, spazi aperti.

Insomma, Matteo Thun “architetto dell’anima”.



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